La passione è un motore davvero potente, che spinge a superare ogni limite. Nel caso di Sergio Gargelli non
esistono limiti geografici: da Prato alla nazionale norvegese e poi in Vietnam e in Cina, dove attualmente
allena la nazionale di futsal.
Sergio Gargelli ci descrivi la tua attività da allenatore giramondo?
Con la mia professione, che adoro, sono riuscito ad unire le 3 passioni più importanti della mia vita: il futsal,
viaggiare e l’Asia, dove mi sento veramente a casa. Ultimamente sto viaggiando un po’ troppo, la Cina è
molto grande, considera che prendo in media 4 voli alla settimana dallo scorso ottobre.
Questo lavoro mi coinvolge tantissimo, mi dà la possibilità di scoprire nuove culture (perché non è possibile guidare una nazionale o un club straniero senza avere una conoscenza della cultura, modo di pensare e comportarsi del paese che mi ospita). Tutto questo mi fa crescere a livello umano e mi dà tantissimi stimoli, perché devo applicarmi tantissimo per trovare il sistema di adattare la mia visione del futsal al paese in cui mi trovo. Ogni volta che cambio e’ una sfida grandissima.
In questo “vagabondare” hai avuto modo di incontrate anche Pep Guardiola. Cosa ti è rimasto di quel caffè col mitico Pep?
Durante il mio soggiorno in Qatar, ho avuto modo di Incontrare Guardiola, in quanto il Bayern veniva ogni
anno a Doha durante la pausa invernale. È stato fantastico poter incontrare quello che ritengo l’allenatore più forte del momento. Mi ha trasmesso grande passione, ancora di più voglia di migliorarmi e inseguire i miei obiettivi. Abbiamo parlato di come il futsal può aiutare il calcio e di tanti concetti che proprio dal futsal lui ha preso come ispirazione per creare il suo stile di gioco. Quello che mi è rimasto è soprattutto l’amore che ha per quello che fa, per il football, che riesce a trasmettere spiegando le sue idee, i suoi concetti in dettaglio, coinvolgendoti in maniera profonda. Siamo stati a parlare oltre 2 ore, e il tempo è sembrato volare via. È stata veramente una grandissima esperienza
Quali sono i concetti e le situazioni di gioco che si vedono oggi sul campo di calcio, che richiamano principi utilizzati nel futsal?
Diciamo prima di tutto che il calcio ha subito due trasformazioni importanti negli ultimi 25/30 anni, che lo
hanno avvicinato in maniera considerevole al fratello minore, il futsal.
La prima grande rivoluzione è stata fatta dal Milan di Sacchi, che con l’esasperazione dell’uso della regola
del fuorigioco ed una difesa altissima, hanno ridotto tantissimo lo spazio di gioco e il tempo per pensare dei
giocatori.
La seconda dal Barcellona di Guardiola, sia nella fase di possesso con il Tiki-Taka, ovvero giocare tutti vicini, in movimento, offrendo tantissime soluzioni al portatore del pallone e cercando di disorganizzare la difesa avversaria attraverso il continuo possesso del pallone; ed in fase di non possesso, con un pressing
asfissiante e un immediato pressing (regola dei 4 secondi) dopo la perdita del pallone. Tutto questo ha
avvicinato in maniera impressionante questi 2 fratelli.
Per questo gli aspetti del futsal che ritroviamo nel mondo del calcio oggi sono tantissimi:
Il Portiere: nella tecnica specifica con il movimento della “croce” rimanendo il più possibile in piedi di fronte
all’avversario, e con la “spaccata” in uscita; nella fase difensiva con il portiere che gioca altissimo fungendo
da ultimo difensore (Neuer e Ter Stegen sono gli esempi più lampanti); nella fase di possesso usando i piedi
come supporto alla manovra o con il rinvio “tattico” per uscire dalla pressione, dove la qualità tecnica del
passaggio è fondamentale. Oggi per un portiere saper giocare con i piedi è diventato quasi indispensabile
La fase difensiva con il pressing e il pressing immediato dopo la perdita del pallone (nel futsal abbiamo la
regola dei 2″ per riconquistare palla, quella che nel calcio di Guardiola è diventata la regola dei 4″). Questidue concetti tattici sono parte del DNA del futsal. Ma anche altri concetti più basici come difendere tutti
(una volta gli attaccanti erano spettatori durante la fase di non possesso oggi sono i primi difensori, quelli che cominciano il pressing) e dietro la linea della palla, l’andare in pressione sul tempo del passaggio, la
posizione difensiva in situazione di 1vs.1 e si potrebbe continuare a lungo.
La fase di possesso, ovvero il possesso verticale, per disorganizzare la difesa avversaria e allo stesso tempo
riposarsi con il pallone gestendo il ritmo del gioco. I concetti chiave per avere un buon possesso palla:
giocare fra le linee della difesa avversaria (creando dubbi nella difesa: chi marca il giocatore fra le linee?);
passare e muoversi; muoversi senza palla; giocare compatti e vicini (sistema 4-0 nel futsal); avere una
corretta orientazione corporale e visione periferica. E anche qui l’elenco sarebbe lungo.
La prossimità, ovvero cercare l’avversario e quando in prossimità’ passare il pallone e andare ad occupare lo
spazio alle spalle dell’avversario….quello spazio appunto tra le due linee difensive (un movimento che
spesso si vede nelle squadre di Guardiola).
TUTTI QUESTI ELEMENTI SONO PARTE DEL DNA DEL FUTSAL
Infine le palle inattive, che nel futsal a causa dell’elevato numero di finalizzazioni rappresentano da sempre
un sistema per cambiare il corso di una partita. Negli ultimi anni sono stati trasferiti al calcio, l’uso dei
blocchi sulle palle inattive, e numerosi schemi di futsal adattati al calcio.
Vorrei pero’ menzionare altri 2 elementi importanti che il futsal da al calcio aiutando il calciatore a
migliorare
LA FINALIZZAZIONE
Higuain ha dichiarato: “passando da una porta più piccola, dove il portiere chiude tutto lo spazio, uno
spazio ridotto di gioco, con difensori più’ vicini e come conseguenza meno tempo per decidere, mi sono
sentito avvantaggiato passando al calcio, con una porta più grande, difensori più lontani, più tempo per
pensare, mi sono solo dovuto adattare alla regola del fuorigioco”.
Tutto questo ci dice come il futsal aiuti il calciatore a migliorare la finalizzazione e la creatività’ in fase di
finalizzazione dote che si vede spesso solo nei grandi campioni (Ronaldo, Messi, Neymar, Higuain, che
guarda caso hanno sviluppato queste caratteristiche giocando a futsal da bambini).
LA CAPACITA DECISIONALE RAPIDA
anticipando il timeline del gioco. lo spazio ridotto, la vicinanza dei difensori, obbliga i giocatori di futsal ad “anticipare” la loro decisione. Si sviluppa in questo modo il lato percettivo e decisionale del calciatore.
E come ha detto il grande maestro Arrigo Sacchi pochi giorni fa: “Bisogna avere poche idee ma chiare: il calcio è uno sport di squadra, e l’intelligenza conta più dei piedi”.
Quali sono gli allenatori di calcio che hanno introdotto situazioni di gioco che ritroviamo nel futsal?
Senza dubbio Guardiola, dove sono evidentissimi i riferimenti tattici al futsal, credo sia stato l’innovatore.
Ma anche Montella che aveva inserito nel suo staff Riccardo Manno, ex-collaboratore di Menichelli alla
nazionale Italiana di Futsal.
Si sono visti movimenti di futsal nel Brasile di Tite ma più perché’ alcuni giocatori (Neymar in primis) hanno
alcuni movimenti nel loro dna, che per dettame tattico dell’allenatore. Nella partita Brasile-Messico si sono
visti tantissimi movimenti di futsal.Nel campionato spagnolo, si vedono invece molti movimenti soprattutto nella fase di possesso che
richiamo giocate di futsal. Sicuramente tanti esercitazione di calcio sono state “contaminate” dalla
metodologia di lavoro del futsal, proprio per i tanti punti in comune che hanno questi 2 sport.
Credi che le partite di calcio saranno sempre più simili al futsal in termini di intensità, imprevedibilità
anche nel punteggio?
Bella domanda. In termini di intensità di gioco senza dubbio direi di sì. Le linee difensive alte, lo spazio di
gioco ridotto hanno portato ad una maggiore intensità. Il concetto stesso di pressing (anni fa le squadre
difendevano in metà campo) porta ad una maggiore intensità. Basti pensare che oggi l’allenamento nel
calcio utilizza un sistema di allenamento integrale perché la riduzione di spazio ha portato ad intensità fisica
ma soprattutto mentale. Il giocatore deve essere mentalmente più rapido a pensare, a prendere decisioni.
Quindi le esercitazioni devono essere ad alta intensità e avere anche una componente cognitiva.
Imprevedibilità nel punteggio direi di no, almeno per ora e almeno non in tutti i campionati.
Perché consiglieresti ad un genitore di avvicinare il figlio al futsal anche se preferisce il calcio?
Il futsal può essere definito come quasi assenza di spazio per giocare + quasi assenza di tempo per pensare.
Grazie a queste caratteristiche il futsal è senz’altro il luogo ideale per il miglioramento delle abilità tecniche
e della creatività nel periodo di formazione del giovane calciatore (6-12 anni). Per questo può diventare il laboratorio dell’improvvisazione e della creatività’ del futuro giocatore di calcio. Tecnica eccellente e con un
processore più’ rapido ed efficiente.
From: http://www.sarriball.com/2018/09/11/sergio-gargelli-il-giro-del-mondo-nel-futsal/