CALCIO A 5 MAGAZINE INTERVISTA MISTER GARGELLI

Oggi sei noto come 'l'allenatore italiano in Giappone', ma ripercorriamo i tuoi inizi in 'patria' Quando nasce la tua esperienza nel futsal?

Ho iniziato a giocare a futsal a 24 anni, allora i campionati si giocavano durante la settimana e da buon ventenne preferivo utilizzare i fine settimana con fidanzata, amici, etc.....Poi mi sono infortunato gravemente ai legamenti del ginocchio sinistro e, da mediocre giocatore quale ero, ho preferito smettere, evitando cosi' operazione e riabilitazioni che mi avrebbero creato problemi di lavoro. A 27 anni ho iniziato ad allenare la squadra di amici nella quale giocavo a LImite sull'Arno. Poi sono passato al Valdera insieme a Bartorelli ed ho avuto la possibilità di allenare Quattrini e Di Giosio, ma erano più  loro ad insegnare a me piuttosto che il contrario. Sono passato al Prato ed infine il grande salto in Giappone. Il mio vero maestro è stato Jesus Velasco. Ho avuto la fortuna di assistere a tanti suoi allenamenti: una persona disponibilissima che perdeva il suo tempo a spiegare ad un ragazzo curioso il perchè e lo scopo di allenamenti ed esercizi. 

La chiamata del Fuchu Athletic: come sei arrivato ad allenare in Giappone? 

Avevo voglia di allargare i miei orizzonti, professionali fuori dall'Italia e, vista anche la passione per l'Oriente, mi sono informato sull'attività di Futsal constatando la presenza di alcune realtà interessanti. Tramite l'organizzazione Nixita di Perugia ho avuto la possibilità di fare uno stage con il Fuchu Athletic (Luglio 2007) e conoscere meglio il futsal nipponico. Ho svolto allenamenti con tutte le squadre del Fuchu, dalla prima alle giovanili, ed il mio amore per la disciplina, oltre alla mia maniera di allenare li ha conquistati. Mi hanno proposto di lavorare con loro......ed al termine di una serie di trattative ed accordi, tra decisioni ponderate ed impulsive, il 26 marzo 2008 è iniziata la mia avventura in Giappone.

Vita in Oriente: a giudicare dalla pagine del tuo sito (Sergiogargelli.com) tutto procede in maniera stimolante.Hai avuto difficoltà di adattamento? 

Per passione ho sempre viaggiato tanto e concepisco la vita stessa come un viaggio e cosi facendo ho imparato a conoscere ed apprezare culture diverse. Questo non vuol dire che all'inizio non abbia avuto difficoltà: città nuova contatti con amici solo 'via skype'. Anche la mia famiglia non aveva accettato completamente la mia decisione di partire, inoltre ad un mese dl mio trasferimento mio padre si è gravemente ammalato. Nonostante ciò ho cercato di resistere, evitando di passare il mio tempo al computer a 'chattare con l'Italia'. Mi sono dedicato a studiare la lingua per comnicare prima possibile con il mondo giapponese. Oggi, a quasi 1 anno di distanza, posso dire di essermi perfettamente integrato ed esprimere la mia soddisfazione per come procede la mia vita.

Il futsal Nipponico: pregi e difetti anche in relazione a quanto hai vissuto in Italia ed alle diverse realtà (Spagna, Russia nel torneo internazionale Midpolar Spring, tra le altre incontrate nel tuo percorso di aggiornamento? 

Ho girato molto, a mie spese e con l'aiuto di colleghi e club che mi hanno ospitato, per conoscere e cercare di capire il Futsal: Spagna, Italia, Portogallo, Russia, Giappone, Thailandia. Il pregio principale del futsal Giapponese sta nell'entusiasmo: non avevo mai visto 6000 pesone in un palazzetto per una partita di futsal, come negozi specializzati che vendono solo articoli per il futsal. A seguire, le strutture: ovunque si trovano palazzetti splendidi. Poi un aspetto fisico: la reattività dei giapponesi li rende particolarmente adatti a questo sport.

Sei uno dei pochi tecnici (non solo in Italia) ad avere scelto di fare del Futsal la sua unica professione. Follia dettata da passione o decisione ponderata?

Vista la grave situazione economica mondiale direi proprio folle scelta frutto di passione. Parlando della mia esperienza spesso i miei interlocutori pensano che guadagni migliaia di euro solo perchè alleno all'estero. Ma la realtà è differente, così il mio concetto di vita: preferisco sentirmi realizzato e soddisfatto piuttosto che 'costretto' ad una professione (per me) anonima o non rispondente alle mie aspirazioni pur se redditizia. Difficile dire cosa farò in futuro perchè, ormai 35enne, mi pongo spesso la stessa domanda. Senza dubbio finchè il futsal mi darà da vivere continuerò su questa strada, nel momento in cui si presenterà una situazione diversa dovrò valutare a malincuore anche altre possibilità. 

Hai punti di riferimento, esempi da seguire tra i tuoi colleghi? O hai seguito la tua strada indipendenetemente dal lavoro altrui?

Come ho accennato in precedenza il mio punto di riferimento è Jesus Velasco, che considero uno tra i 5 migliori allenatori al mondo. Mi piace il suo modo di giocare e soprattutto nè apprezzo il rapporto con il gruppo, i valori che riesce a trasmettere ai giocatori. Detto questo, non rappresento la sua 'fotocopia', ho la mia visione di questo sport e cerco di trasferirla nella squadra e nella maniera in cui questa gioca. 

Il futuro immediato: ancora in Giappone, considerata la possibilità per il Fuchu di debuttare in F-League, o speri in un 'riavvicinamento'? Guardando più avanti: Italia o ancora estero? 

Il mio futuro immediato vorrei fosse in Giappone: con il Presidente Nakamura abbiamo stilato un progetto a 4 anni che prevede la vittoria in F-League. Purtroppo, nonostante ci sia la volontà di entrambi di proseguire in questa direzione, le condizioni di salute di mio padre non m permettono di avere grandi certezze in questo senso. Quando la situazione migliorerà preferirei provare altre strade all'estero dopo il Giappone, confrontarmi con altre realtà. Continuare il viaggio. 

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