FUTSALMARCHE PARLA DELL'IMPRESA DELLA NAZIONALE VIETNAMITA AI SEA GAMES
Futsal Marche continua a sfruttarmi. Accidenti, va bene che c'è la crisi ma quanto se ne approfittano questi della mia passione oh! Uff... Mi chiedono di intervistare Sergio Gargelli. Mica uno che sta qua dietro al supermercato. C'è da parlare con uno che vive in Vietnam. Più precisamente fa l'allenatore della Nazionale di Futsal. Non proprio un lavoro qualunque. Uno però che col futsal ci vive, beato lui, nonostante immensi sacrifici, uno che ha fatto della passione un lavoro ed è entrato, a pieno titolo, nella lista dei grandi allenatori. Quelli veri. Non quelli da bar, del lunedì, capaci a parole di vincere tanti di quei mondiali... I risultati di Gargelli stanno scritti lì, sulla carta, ed è probabilmente uno dei più grandi nomi che Futsal Marche annovera da oggi tra le sue interviste. Disponibile è dire poco, gentile, professionale e tutt'altro che presuntuoso. Sergio Gargelli a disposizione dei lettori di Futsal Marche. Ciao Sergio. Prima di dare spazio a domande specifiche raccontaci chi è Sergio Gargelli, qual è il suo rapporto con il Futsal e perché ha deciso di vivere con questo sport. “Bella domanda e, considerando la situazione mondiale attuale di questo sport, alcune volte me lo chiedo anche io….. Il mio rapporto con questo sport è quello che ci può essere con una bellissima donna, che prima di farti assaporare il gusto della vittoria, va corteggiato, capito, amato… Ho deciso di vivere con questo sport perché la passione che mi da questa disciplina è unica, e poter vivere svolgendo la professione che si ama, anche a costo di tanti sacrifici, credo che sia il massimo che una persona possa desiderare.” Come darti torto. Cosa c'è negli altri continenti? Molti neanche si aspettano che esista il “calcetto” in Asia... “Il Futsal è uno sport in enorme evoluzione e nonostante sia ostacolato dai “grandi poteri” la sua crescita non può essere arrestata. Quindi nei prossimi anni vedo un futuro molto roseo per questo fratello minore del calcio. Prossimi anni… non vuol dire 2 o 3, io credo che saranno necessarie almeno 2 decadi perché questo sport diventi uno sport professionale e riconosciuto come tale. E spero di essere un pioniere che ha lottato e contribuito nel mio piccolo allo sviluppo di questa disciplina. Ho avuto modo di vedere come sta crescendo il Futsal in Asia e Australia, e posso dirti che siamo ancora veramente agli inizi e che il livello di organizzazione in alcune paesi è distante anni luce da quello che si può trovare in altri. In Iran i giocatori sono delle star e sono ben retribuiti, in Giappone si sono trasferiti giocatori del calibro di Ricardinho e Marquinho ed il livello di organizzazione del campionato potrebbe far arrossire la lega spagnola, e da qui si inizia a scendere… fino ad arrivare al Vietnam dove ancora il campionato nemmeno esiste…” Perché hai scelto di lavorare in Oriente e con il Vietnam? “Prima di tutto devo dirti che sono un amante dell’Asia, adoro questo continente, la sua gente, i suoi colori, i suoi sapori, e quindi poter coronare il sogno di vivere in Asia, abbinato alla professione (il calcio a 5) che io amo, è stata per me una scelta di vita logica e consequenziale alle mie ambizioni. Per questo posso dire di essere una persona fortunata. In Asia il livello del futsal non è lo stesso che in Europa e, fatta eccezione per l’Iran, la distanza da colmare resta ancora molta. Ma questo ti mette a dosso una grande energia e responsabilità, perché ti senti un po’ come un pioniere di questo sport. Ho scelto il Vietnam perché quando ho iniziato ad allenare mi sono posto l’obiettivo di partecipare alla Coppa del Mondo ed il Vietnam è stato il primo paese che mi ha proposto di allenare la selezione nazionale, quindi è stato un po' come avvicinarmi al mio sogno, e non ci ho pensato due volte a dire si…” Raccontaci la tua ultima esperienza nei Sea Games. So che è andata bene... “I Sea Games sono una mini olimpiade del Sud Est Asiatico e hanno un grande valore qua in Asia, sono molto, ma molto sentiti. Quando sono arrivato in Vietnam, quasi due anni fa, un po' per orgoglio personale, un po' per sfida, con un contratto di due mesi, per cercare di qualificare il Vietnam alla fase finale di Coppa d'Asia, obiettivo che riuscimmo a conseguire lo scorso anno, subito mi parlarono di altri 2 obiettivi importanti, quasi una mania per la federazione vietnamita: il primo era di vincere la coppa AFF (coppa del sud est asiatico) dominata dalla Thailandia, il secondo prendere una medaglia ai Sea Games. E qui…' Piano. Non svelarci tutto subito. Vogliamo sapere tutto. Raccontaci nel dettaglio. Squadre partecipanti, il clima che si respirava… “Ai Sea Games 2011 hanno partecipato tutti i paesi del sud est asiatico (Cambogia - Indonesia - Laos - Malaysia - Myanmar - Filippine - Singapore - Thailandia - Timor Leste - e Vietnam). Era la 26° edizione e si svolgeva in Indonesia. C'erano 28 discipline sportive per un totale di 265 medaglie d'oro. Personalmente come obiettivo non mi motivava moltissimo, non avevo tutta quest'apprensione e desiderio di vittoria che invece avevano i vietnamiti. Li vedevo un po' come i nostri giochi del Mediterraneo, una manifestazione di terza serie. Ma una volta in Indonesia, l'atmosfera del villaggio olimpico, la cerimonia d'apertura, essere parte di una delegazione, il pubblico numerosissimo presente ad ogni manifestazione, hanno cambiato immediatamente il mio feeling con questa competizione e il desiderio di marcare un altra tappa fondamentale per il futsal vietnamita e' diventato fortissimo.” Andiamo nello specifico. Parlaci del vostro torneo. “La prima partita era contro i padroni di casa dell'Indonesia. Il palazzetto affollato da quasi 5000 sostenitori indonesiani che avevano creato un clima infuocato e nazionale mai battuta dal Vietnam nella sua storia. Dopo 5 minuti l'Indonesia segna, un errore su un cambio di marcatura e frittata fatta. Con quel clima ho pensato che fosse già finita per noi. Il primo tempo terminò 1-0 con tanto possesso del Vietnam ma poche conclusioni. Nella ripresa la svolta. Prima il pareggio e dopo un palo clamoroso il 2-1 con l'Indonesia che sfiora più volte la capitolazione. Purtroppo la festa viene rovinata dal pareggio indonesiano a 18' dal finale. L'Indonesia poi battè le Filippine per 9-5, quindi, per evitare la fortissima Thailandia in semifinale, dovevamo battere le Filippine con più di 5 gol di scarto. Il primo tempo terminò 2-1, ma nella ripresa ci siamo scatenati ed il finale è stato 8-1 per i miei vietkong! Missione compiuta e semifinale contro la Malaysia.” Come è andata la semifinale? “Una partita incredibile, non riuscivamo a segnare e la porta sembrava stregata. Il primo tempo finì 0-0 ed il secondo 1-1. Supplementari. Vietnam di nuovo avanti, poi trenta secondi dopo ecco il loro pari, ma il finale è stato del Vietnam che, dopo aver sprecato l'impossibile e aver preso 8 pali, segnò la rete del 3-2. Tutti in finale! Nell'altra semifinale la Thailandia passeggiò battendo l'Indonesia per 7-4. Quindi avevamo 24 ore per recuperare energie fisiche e mentali e la sfida per la medaglia d'oro poteva avere inizio…” Non tenerci sulle spine. Dicci tutto della finale dei Sea Games. “Purtroppo iniziò malissimo. Due errori clamorosi del portiere ci fecero chiudere il primo tempo sotto di 3 gol. Thailandia - Vietnam 3-0. Nella ripresa le tentammo tutte, portiere giocatore dal primo minuto, pressing asfissiante, tentativi di far diventare la partita 'pazza' e senza controllo. Andammo sotto 5-0, poi segnammo 3 gol ma quando il miracolo sembrava possibile, purtroppo abbiamo finito la benzina. Il supplementare del giorno prima si è fatto sentire e la Thailandia vinse l'oro segnando 3 gol nell'ultimo minuto. Abbiamo scritto comunque un’altra pagina importante per la storia del futsal vietnamita. E che emozione quando è arrivato il momento della premiazione. Ora una bellissima e meritatissima medaglia d'argento è appesa nel mio ufficio....” I complimenti sono d'obbligo Sergio. Ma concentriamoci ora su casa nostra. Pensi di tornare un giorno in Italia? “Al momento non ho intenzione, per tantissimi motivi, ma soprattutto perché sono innamoratissimo dell’Asia e fin che avrò la possibilità vorrei continuare a vivere in questo continente. Poi se arrivasse qualche offerta dall’Italia, farebbe sempre piacere perché sarebbe un riconoscimento al lavoro che sto facendo.” Ci dai un giudizio generale sul nostro futsal? Fulvio Colini ci ha regalato il miracolo di una UEFA Futsal Cup, ma siamo figli di rimborsi fantasma, campionati falsati da società inesistenti che abbandonano dopo poche partite, tesseramenti e contratti ridicoli e rara professionalità... “Ho visto un notevole cambiamento nel nostro Futsal, dopo le ultime elezioni e l’ingresso di nuovi consiglieri. La Federazione ha cambiato rotta e penso sia partito un “Rinascimento” del futsal Italiano. Riccardo Manno sta svolgendo un grandissimo lavoro a livello giovanile e come tutti sappiamo, se vogliamo avere una grande Elite, dobbiamo avere una ampia base e un’ottima organizzazione giovanile. Fulvio Colini ha fatto una cosa immensa e soprattutto ha dimostrato che gli allenatori Italiani sono molto preparati e possono ottenere grandi risultati anche a livello internazionale. Quindi, nonostante sia un calcio a 5 ancora malato, per tutte i problemi che tu hai sopra esposto nella domanda, credo che il lento, forse lentissimo processo di guarigione sia iniziato.” Ci sono allenatori italiani che hanno i numeri per fare carriera. Cosa consigli a chi ha tutte le carte in regola per fare l'allenatore di lavoro, ma si trova davanti un universo costellato di insicurezze? “Ti voglio rispondere con le parole che mi disse mio padre prima di partire per il Giappone: Sergio, io non capisco questa tua decisione, tu stai scegliendo di fare di uno sport “amatoriale” una professione, se avessi scelto il calcio, il basket, la pallavolo… avrei capito, ma non il calcio a 5, che a livello economico rappresenta uno sport di terza serie.” Vedendo le realtà che ci sono nel mondo devo dirti che aveva ragione. Io ho la testa dura e mi sono buttato e finora mi è andata bene, ma anche il mio universo, è costellato di insicurezze, quindi dare un consiglio è molto difficile.” Qual è il prossimo obiettivo di Sergio Gargelli? “A fine febbraio ci sono le qualificazioni per la fase finale della Coppa d’Asia. Mi piacerebbe portare di nuovo il Vietnam tra le migliori 16 d’Asia e magari da lì spiccare il volo per il Mondiale. Sognare è bello e quando i sogni si trasformano in realtà diventa bellissimo…” Grazie mille per l'enorme disponibilità Sergio. I lettori di Futsal Marche ti mandano un saluto affettuoso... e forza Vietnam! Lorenzo Morini